Valutazione del
potere antiossidante del vino:
il wine antioxidant test (wat)

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    Perché monitorare l’ossidazione è una priorità enologica

    Gli studi più recenti affrontano un tema centrale dell’enologia moderna: la gestione dell’ossidabilità del mosto e del vino nelle fasi più delicate della vinificazione. Il controllo qualità di prodotto richiede oggi metodi analitici rapidi e affidabili, soprattutto per valutare l’ossidazione, un’area in cui finora mancavano soluzioni adeguate.

    Ora abbiamo una risposta concreta a questa necessità: il WAT – Wine Antioxidant Test rappresenta un sistema rapido, affidabile e facilmente integrabile nel controllo qualità quotidiano di cantine e laboratori. Sviluppato da DNAPhone Srl in collaborazione con H&D Srl, il kit unisce competenze industriali e tecnologiche nella progettazione di soluzioni analitiche avanzate.

    Utilizzando il WAT, i ricercatori del dipartimento DAGRI (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali) dell’Università degli Studi di Firenze hanno valutato come l’estrazione dei composti fenolici e il processo di fermentazione dell’uva influenzino lo stato redox e il colore finale del vino. Le analisi dimostrano che il WAT si è dimostrato uno strumento fondamentale per comprendere e anticipare i fenomeni ossidativi, migliorando così la stabilità del vino e supportando decisioni tecniche fondamentali come il dosaggio degli antiossidanti o la gestione delle tempistiche di macerazione.

    Il test si propone quindi come un nuovo approccio decisionale, più semplice e immediato rispetto ai metodi tradizionali come DPPH, FRAP e ABTS, che richiedono competenze chimiche avanzate e strumentazione da laboratorio.

    Due approfondimenti in continuità sul potere antiossidante del vino

    Abbiamo raccolto, in questa pagina, due contenuti accademici che approfondiscono l’utilizzo del Wine Antioxidant Test (WAT), frutto della collaborazione tra DNAPhone, H&D srl e il Dipartimento DAGRI dell’Università degli Studi di Firenze:

    • Il primo articolo è la validazione scientifica del kit a cura dell’Università degli Studi di Firenze che ne illustra i vantaggi ed il funzionamento  Leggi l’abstract su Infowine
    • Il secondo articolo esplora un case study su uve Sangiovese, collegando i dati redox al colore e alla componente fenolica del vino, e mostra l’efficacia del WAT nel monitoraggio durante vinificazione e macerazione

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      Credits foto in copertina: FREEPIK